Via Schwarzkopf

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Via Schwarzkopf
01.09.1991
Oldino De Paoli
Aldo De Zordi

svil. 400 m, diff. Dal IV al V+ e tre passi di A1 o VIII, roccia buona salvo nel tratto di A1

Quando ho iniziato a pensare a questo blog la prima cosa che mi è venuta in mente è che il primo articolo pubblicato doveva per forza raccontare di una via sulle nostre Vette e di un alpinista che ha segnato la storia dell’arrampicata sulle Vette Feltrine, Oldino De Paoli. Per ben vent’anni presidente del Gruppo, Oldino è stato protagonista di una inarrestabile attività di ricerca di nuove linee sui gruppi del Cimonega, del Pizzocco e dei Monti del Sole.

Approfittando del lungo periodo di alta pressione, tempo stabile e temperature anormalmente miti, nei giorni prima di Natale del 2016 sono andato sul Pizzocco a ripetere questa via di Oldino, che lui stesso mi aveva consigliato per la bellezza della linea e per l’estetica dell’arrampicata.

Non è facile trovare un socio per andare a fare una via in montagna in dicembre, tanto meno sul Pizzocco, dove notoriamente la croda non è proprio quella della Marmolada!! Ma sapevo che il “bocia”, alias Francesco Fent, nuovo membro del Gruppo da gennaio di quest’anno, sarebbe stato entusiasta di venire con me.

Pronti via eccoci al parcheggio delle Ere con i primi raggi di sole che infuocano il bosco verso il bivacco Palia, andiamo via veloci vista la totale assenza di neve e in circa un’ora e mezza siamo all’imbocco della banca ovest dove sorprendiamo un branco di camosci che appena ci vedono partono a razzo lanciandosi giù verso la Valscura.

E finalmente siamo all’attacco della via proprio sotto l’enorme tetto a forma di bufalo che caratterizza il settore sinistro della parete; il sole non è ancora arrivato ma non fa freddo e quindi mi lancio sulla fessura superficiale che ci fa superare rapidamente la prima parte della parete.

In due tiri arriviamo al tratto chiave, nell’unico punto debole del grande tetto Oldino e Aldo de Zordi hanno trovato il passaggio per accedere alle belle placche superiori. Vedo la linea dei vecchi chiodi di Oldino e penso: “ma oe proprio de andar su de là??!!”, la roccia giallastra a cubetti infatti non è molto invitante, ma alla fine sono solo pochi metri, cerco di passare in libera ma tutte la tacche che provo a tirare mi rimangono in mano, così senza troppi dubbi, prendo il rinvio su un buon chiodo giallo e vado sicuro a una bella presa che però decide di venire via insieme a me e mi ritrovo ancora sul chiodo, riparto deciso e finalmente esco dai gialli. Da qui la via migliora nettamente, si susseguono una serie di bei tiri su placche grigie, la roccia è più sana ma difficile da proteggere, si va un po’ lunghi ma almeno le prese rimangono lì.

Verso le quattro siamo in cima con un tramonto quasi surreale, un cielo completamente rosso infuoca la vallata feltrina sotto di noi, giusto un attimo per stringerci la mano e assaporare il momento e poi giù di corsa verso una ottima birra. Per Francesco era la prima via sul Pizzocco e il suo sorriso in cima quando ci stringiamo la mano mi fa capire che anche lui concorda sul fatto che scalare sulle montagne che vedi tutti i giorni sopra casa da una soddisfazione unica.

Diego