Raduno in Val di Mello 2019

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Giorno 1

Il passo del Tonale è deserto.
Da diversi chilometri non incontriamo nessuno. Non un’auto, né un passante. Nemmeno delle luci alle finestre. Dopo poco spariscono anche le case.
La nebbia ci abbraccia e dà a questo tratto di strada un aspetto truce.
Un passo come un varco verso un altro mondo: al di là del valico troveremo la Valtellina, che apre i nostri orizzonti a pareti diverse dalla cara dolomia, dove troveremo bastioni di roccia ruvida e compatta da scalare in aderenza.

La nostra piccola carovana procede verso la Val Masino. Siamo diretti a San Martino, un piccolo paese alle porte della Val di Mello, dove è previsto per l’indomani il raduno tra i Ragni di Lecco, il Gruppo Scoiattoli Denti della Vecchia e, appunto, il Gruppo Rocciatori del CAI di Feltre.
A tal proposito, non poteva essere scelto luogo migliore: queste zone sono state campo d’allenamento per alpinisti del calibro di Riccardo Cassin, Germano Vitali e Walter Bonatti. Quest’ultimo dichiarò a riguardo: - Nelle grandi occasioni si puntava verso la Val Masino: era l’università, lì ci si laureava alpinisti.
Motivati e spinti dal desiderio di ripetere alcune delle classiche vie di questa Mecca dell’arrampicata, ognuno a modo proprio fantastica sui progetti per il giorno successivo, per mettersi alla prova sulle scabre pareti di granito che caratterizzano la valle.

 

 

Durante il viaggio, Oldino ci parla di alcune classiche che ha scalato qualche anno prima in Val di Mello. Ci racconta di Luna Nascente e dei vertiginosi traversi che si trovano su quelle aguzze pareti di granito.

Arriviamo finalmente in Valtellina e, scandendo le curve con le canzoni dei Siete Venas e qualche “racconto patagonico”, raggiungiamo il piccolo villaggio di San Martino.
Matteo e Sebastiano ci hanno preceduto e ci aspettano al Centro Polifunzionale della Montagna, un rifugio escursionistico dove alloggeremo per le prossime due notti.
Prima di raggiungerli, facciamo una tappa al Bar da Monica, lo storico locale al centro del paese, dove incontriamo Tommaso Lamantia e Simone Pedeferri.
Rimango impressionato dalla precisione e il dettaglio con cui Simone ci spiega alcuni passaggi di Oceano Irrazionale, una delle vie più famose della Val di Mello: nemmeno nelle guide si leggono descrizioni così accurate... Buon per Diego, che come obiettivo di questo weekend ha posto la ripetizione di questa classica sul Precipizio degli Asteroidi.

Arrivati alle camere, senza tante parole ci buttiamo sotto le coperte, guadagnando qualche ora di sonno prima di avventurarci tra le rocce della valle.

Giorno 2

La sveglia suona presto, e in fretta organizziamo il materiale e gli itinerari per la giornata.
Le prime chiacchiere le scambiamo seduti a tavola per consumare la colazione.
Matteo e Sebastiano ci raccontano che, essendo arrivati in Val di Mello un giorno prima, ne hanno approfittato per provare una delle vie classiche della valle: Il Risveglio di Kundalini.
Si tratta di un tracciato che si sviluppa per circa 400 metri, serpeggiando sulle pareti di una struttura rocciosa chiamata “Dimore degli Dei”.

Incuriosito dal singolare nome di questa via, scopro che Kundalini nella lingua sanscrita è il termine utilizzato per indicare l’energia divina che risiede dormiente in ogni uomo. Indica quindi una parte divina in ognuno di noi, che può essere risvegliata. Nome più che azzeccato per un’ascensione che porta alle dimore degli dei… Nella primavera del 1976, l’apritore Ivan Guerini decise di bivaccare nei pressi del Bosco dei Folletti (quinto tiro): - Volevo godermela il più a lungo possibile - dichiarò.

Finita la colazione, ci dividiamo in cordate e partiamo.
Diego e Oldino proveranno a ripetere Oceano Irrazionale. Sempre sul Precipizio degli Asteroidi, Francesco, Lorenzo e Thomas saliranno “Le corna non fan peso”.
Sebastiano e Matteo si dirigeranno verso lo Scoglio della Metamorfosi per tentare Luna Nascente, mentre a Giuliano e Claudia toccherà il Risveglio di Kundalini. Mi aggrego a loro.

Partiamo a piedi per arrivare all’attacco della via, percorrendo inizialmente la mulattiera che introduce e taglia centralmente la Val di Mello.
L’impressione, entrando in questo scrigno verde, è quella di essere arrivati in paradiso. Ci troviamo in un luogo antichissimo, isolato dal mondo, rimasto immobile e inalterato nel tempo. Di tanto in tanto incontriamo piccoli gruppi di vecchie casette ammonticchiate sui pendii della valle, testimonianza di una vita lenta e povera, distante dalla frenesia della pianura.
Da sempre attraversata da allevatori e contadini, questa valle ha attirato l’attenzione degli appassionati di arrampicata solo negli anni settanta, quando un gruppo di giovani milanesi riuniti sotto il nome di “Sassisti”, cominciarono a praticare una specie di “gioco-arrampicata” sui numerosi blocchi sparsi lungo il fondovalle.
Gradualmente, l’attenzione di questi giovani boulderisti si spostò verso le argentee pareti, all’apparenza inscalabili, ai lati della valle, arrivando ad aprire le prime vie di settimo grado delle Alpi Centrali.
Ivan Guerini, leader di questo movimento sassista, firmò molte delle prime ascensioni in valle, attribuendo a vie e gruppi rocciosi nomi evocativi e singolari, che in quell’epoca diedero scandalo.

 

 

C’è un indubbia bellezza in queste formazioni rocciose, la compattezza del granito crea forme pulite e minimali. Se guardando le nostre Dolomiti, l’impressione è quella di ammirare delle cattedrali barocche, queste lisce pareti portano l’eleganza e la semplicità dei templi dell’epoca classica. Che spettacolo!

Appoggiare mani e scarpette su queste ruvide placche, dà un senso di precarietà e un imbarazzo che va svanendo man mano che si prende familiarità con l’arrampicata in aderenza. Spesso alcuni tratti sono difficilmente proteggibili, occorre concentrazione e self-control per procedere. Piccola nota positiva: i friend tengono come non mai!
Tra passaggi in aderenza e fessure, la giornata passa velocemente, e terminate le discese ci dirigiamo verso Il Centro della Montagna.
L’appuntamento è per le 18.00 in un camping poco distante da dove alloggiamo. Giusto il tempo di reintegrare con una bella birretta e fare il riepilogo della giornata.
Troppa gente su Oceano Irrazionale ha costretto Diego e Oldino a ripiegare su Le corna non fan peso, dove hanno trovato Francesco, Lorenzo e Thomas. I "Veci" date le incombenze istituzionali del raduno e soprattutto per il richiamo della birra fresca decidono di calarsi per non fare tardi, i "boce" con la foga della cima vogliono finire la via e vanno avanti.
Anche Sebastiano e Matteo portano buone notizie da Luna nascente, così decidiamo di attendere gli ultimi ancora in parete direttamente al raduno.

 

 

Sotto il tendone allestito dal gruppo dei Ragni di Lecco sono riunite un centinaio di persone; il clima è informale e disteso, come ad una cena tra amici.
Vediamo giovani e meno giovani, ridere e scambiarsi aneddoti sulle proprie disavventure, con lo stesso calmo entusiasmo e la malinconia di quando si racconta di vecchi amori ormai passati.
Non si distinguono i “top player” da quelli che lo fanno solo per passione, ma tutti allo stesso modo sono legati da un filo invisibile: l’amore per la montagna.

Dopo una giornata a scalare, la gioia viene amplificata quando in tavola arriva il vino e l’ottima cena. Le portate di pesce del Lago di Como mettono d’accordo tutti e tra un bicchiere e l’altro ci si racconta le imprese della giornata e si condividono nuovi progetti.

Con l’arrivo del buio, riceviamo notizie dai “boce”: hanno appena terminato la discesa, tutto è andato per il meglio. Poco dopo ci raggiungono sotto il tendone, e, finalmente al completo, riceviamo anche il loro resoconto della giornata.

Ad interrompere l’orgia del cibo è il discorso di rito, introdotto dal presidente del gruppo ospitante: Matteo Della Bordella.
Intervengono anche Jimmy Palermo a nome del gruppo Scoiattoli Denti della Vecchia e ovviamente Diego in rappresentanza del Gruppo feltrino.
Quest’ultimo, a nome dei Rocciatori e del Comune di Feltre porge a Matteo e a Jimmy il gagliardetto del gruppo e un libro sulla storia e le bellezze del feltrino. In cambio, in nome del gemellaggio, come simbolo dell’appartenenza reciproca ai gruppi intervenuti, Matteo consegna la celebre felpa rossa, elemento distintivo dei Ragni della Grignetta, oltre ad un libro che ne riassume le imprese più recenti.

La serata si perde nei festeggiamenti e ci ritroviamo al Bar da Monica a parlare degli obiettivi del giorno seguente. Le cordate rimangono le stesse, ad eccezione di Diego, che ritenterà l’ascesa di Oceano Irrazionale con Giacomo Neri, conosciuto durante il raduno.

Giorno 3

Quando ci alziamo, Diego è già in cammino verso l’attacco della via.
Con calma ci prepariamo, e dopo un’abbondante colazione, ci avviamo verso la Val di Mello.
Sono con Oldino, Giuliano e Claudia, che hanno deciso di rimanere a fondovalle per fare un giro.
Percorriamo un sentiero che costeggia il torrente, fermandoci di tanto in tanto a provare i blocchi che troviamo lungo il percorso. Arrivati al ‘Bidet della contessa’, alziamo gli occhi verso il Precipizio degli Asteroidi, cercando di scovare una linea logica lungo la quale potrebbe passare la via che sta salendo Diego.
Parafrasando le parole di Gaston Rebuffat: l’alpinista è colui che conduce il suo corpo là dove un giorno i suoi occhi hanno guardato; così mi torna in mente quanto avevo letto sulla relazione di Oceano Irrazionale. Durante la notte di San Lorenzo del 1975, Ivan Guerini osservava le stelle cadenti sparire dietro l’imponente parete, alla quale diede il nome - non a caso - di Precipizio degli Asteroidi.
Maturò in lui il desiderio di raggiungerne la sommità per vedere il punto in cui quelle meteore scomparivano. Il giorno seguente individuò la logica sequenza di fessure, che due anni più tardi gli avrebbe permesso di aprire una delle prime vie di settimo grado in Italia.

 

 

Giuliano scorge un puntino in parete, potrebbe essere Diego in uscita dalla “tromba”, il tiro chiave della via. Riconosciamo la felpa blu, e non vediamo altre cordate sulla stessa via, dev’essere senz’altro lui.
Avvistiamo anche Matteo e Sebastiano, due puntini rossi sulle fessure del Trapezio d’Argento: sono sull’ultimo tiro della via Alba del Nirvana.

Decidiamo di aspettarli davanti ad un piatto di Pizzoccheri in una delle baite di Ca di Carna. Una alla volta, attirate dal profumo delle pietanze della Valtellina, tutte le cordate feltrine ci raggiungono per trovare ristoro dopo le ore di scalata, ad eccezione di Diego, che ne avrà ancora per un po’.

Verso la metà del pomeriggio ritorniamo alle macchine: è giunta l’ora del rientro. L’unico che si fermerà in Val di Mello è Diego, che si tratterrà ancora per un giorno.

Svogliatamente, riprendiamo la strada di casa, sapendo di ritrovare le montagne alle quali siamo più affezionati, ma lasciando a malincuore la splendida roccia e i panorami di questa piccola Yosemite.
Gli amici incontrati li ritroveremo ad ottobre 2020 a Feltre, dove si terrà il prossimo raduno, o forse anche prima, per condividere qualche scalata dolomitica!