Nel ’77 succede alla presidenza del Gruppo Guido Frare che, insieme ad Armando Pari, contribuisce ad allargare l’interesse del gruppo verso le Alpi occidentali, ripetendo alcuni itinerari classici sul Monte Bianco. Entrano nel frattempo a far parte del gruppo Aldo De Zordi, Claudio Furlin ed Ivo Speranza (37).
Sempre nel 1977 la ormai collaudata cordata Dalla Rosa-Manolo, realizza alcuni nuovi itinerari di varia difficoltà, ma di grande interesse: sulle Pale di San Martino una nuova via sulla parete Nord della Pala del Rifugio, a sinistra del verticale spigolo Nord, (06.07.1977, m 500, con difficoltà continue dal V+ e Al ) e la cresta Est del Campanile Elmo (12.5.1977, 350 m , III, IV e V); nel gruppo del Sass de Mura, sempre Dalla Rosa e Manolo, dopo aver effettuato assieme a Roberto De Bortoli la prima ripetizione della via dei “Boat” (38) aprono un elegante e divertente tracciato sulla parete Nord, a destra della stessa via, che ha in comune con questa il breve zoccolo (400 m IV e IV+); sulla cima di Val Scura, per la parete Sud, tracciano una nuova via di estrema difficoltà (350 m dal IV+ al VI e A2, A3 – 19.05.1977); sul Sasso delle Undici (gruppo del Cimonega) una via per la parete Nord Est (400 m , III e IV, un passo di V, su roccia molto friabile) viene aperta dalle cordate Manolo-Vettoretto e R. De Bortoli-Facchin. Sempre nel ’77 Dalla Rosa e Bortolot realizzano una variante iniziale molto bella di 100 m , per camino, alla via per la fessura Sud Ovest alla Cima della Borala (39); ancora nel ’77 Dalla Rosa e Bortolot aprono un interessante itinerario su roccia ottima e con difficoltà dal IV al V+ e Al, sulla parete Nord Ovest della Cima del Bus del Diaol (via “Ulrike Meinhof”) ed una via elegante e divertente per fessura sulla parete Nord Ovest del M. Fornel (200 m , IV). Manolo e Dalla Rosa salgono la parete Sud della Palazzo (23.04.1977), itinerario di 450 m con difficoltà dal III af V+ (40).
Sempre in questo periodo Dalla Rosa e Bortolot effettuano la prima ripetizione della via De Bortoli-Levis per la parete Nord alla Cima Ovest del Sass de Mura (41). Sono del 1978 una nuova via per la parete Sud Ovest alla Gusela Marini, Gruppo del Pizzocco, che supera direttamente lo spigolo orientale (40 m IV, V, V+ Dalla Rosa-Dal Pro e il Greco) (42); nel gruppo dei Monti del Sole una nuova via per la parete Est della Cima del Bus del Diaol (Dalla Rosa e Manolo 08.09.1978 m 360 con difficoltà dal IV superiore al V+); la parete Sud Ovest, per pilastro centrale, della stessa Cima (Dalla Rosa e J. Bertelle, 19.06.1978, 200 m , IV, IV+ e un pass. di V); la parete Sud Est del Monte Alto (Dalla Rosa e Manolo 16.06.1978 m 420, IV e V+); la traversata di cresta dalla Cima della Borala alla Cima Est dei Feruch e alla F.lla dei Pom (13.10.1978 Dalla Rosa in solitària); la salita della parete Sud Ovest della Cima della Borala (via del Gran Diedro) tra lo Spigolo Ovest e la via Casarotto-Albiero (600 m , III, IV+, V e 20 m V+ Dalla Rosa in solitària 13.10.1978).
Ancora nel 1978 Manolo con Aurelio De Pellegrini apre una magnifica via sullo spigolo Sud della Torre Sprit (sottogruppo della Croda Gronda) lo “spigolo della melodia” (19.11.1978, m 450, IV, V+ e VI- su roccia ottima) (43); sempre con Aurelio De Pellegrini, Manolo traccia un nuovo itinerario sulla parete Sud del Sass de Mura, che risolve il problema della salita diretta, fino alla banca Sud, delle placche grigie, tra la via D’Alberto e compagni e la via Conz-Levis-De Bortoli (350 m con difficoltà sostenute fino al VI) (44); ancora con De Pellegrini, Daniele e Simoni, Manolo traccia una nuova via sulla parete Sud della Pala Canali (600 m V, autunno 1978) e la via dei “piazaroi” sullo spigolo Sud della Cima della Madonna (m 220, VI+).
Nell’autunno 1978, tra le altre numerose vie aperte da Manolo nei vari gruppi, meritano essere ricordate, sulle pareti della Valle del Sarca, la via “Cesare Levis” alla parete Sud alla Pala del Pian della Paia (300 m VI – Manolo-Groaz-Furlan), la via “Gadotti” al Pilastro Magno del M. Brente (600 m VI – Manolo-Groaz).
Sempre nel 1978, nel gruppo delle Pale di S. Martino, Diego Dalla Rosa con M. Simoni apre una bellissima via sulla parete Ovest della Cima Canali, a destra della fessura Bull, itinerario di 400 m con difficoltà continue tra il V e il V+; Manolo e Bortolot aprono un nuovo itinerario per la parete Est alla Cima Immink (450 m dal III al IV+); Manolo e De Sortoli tracciano la via del Gran diedro per la parete Nord Est sempre alla cima Immink (400 m , IV, V, VI); Dalla Rosa e Manolo aprono una nuova via, per la fessura Nord, alla parete Est della Pala del Rifugio (500 m IV, V, V+ e Al, 22.09.1978) (45); sul gruppo del Pizzocco Dalla Rosa e G. Bordin aprono un bellissimo itinerario diretto sulla parete Sud Ovest della Cima principale (a sin. del grande tetto, m 200 con difficoltà fino al V+ su roccia ottima) e sempre Dalla Rosa con Pompanin apre una nuova via diretta sulla parete Ovest della cima Ovest tra la via Levis e la via De Bastiani-Cassol-Pierobon (300 m V e VI) (46). Di particolare rilievo, sempre quest’anno, la seconda ripetizione della via Biasin al Sass Maor, salita realizzata per la prima volta in giornata dalle cordate Manolo-Dalla Rosa-Nivio De Bastia ni-Cesare Levis (47).
Viene alla ribalta in questo periodo (1977-78) la prima donna appartenente al gruppo, Rosanna Canova, che insieme a Giulio De Bortoli, che qualche tempo più tardi sarà suo marito, realizza un nuovo interessante itinerario sullo spallone Est del Piz de Sagron concludendosi sulla cima della torre Sagron (31.07.1977, 600 m , II, III e passi di IV e IV+). Sempre di questo periodo è la salita della Torre del Mat (torrione ad Ovest del M. Neva) per camino Nord Est (E. Bertoldin-S. Claut, m 100-111).
Purtroppo il 1978 si era aperto con una grave sciagura: un componente del gruppo, Ivo Speranza, e due carissimi amici, Roberto Marlin e Darlo Padovan perdono la vita durante una traversata sci alpinistica del gruppo di Fanis, nel tentativo di ripetere uno degli itinerari più impegnativi della zona (la e.a. discesa Gandini) che da F.lla Fanis si immette nel sottostante Vallone e poi nella Val Travenanzes. Due anni prima, nel 1976, anche l’amico Corrado De Bastioni cadeva nel tentativo di aprire una nuova via sulla parete Nord del Monte Pizzocco. A lui, nel 1978, Aldo De Zordi e Aristide Riera dedicheranno la stessa via, completata da dove l’aveva drammaticamente interrotta Corrado. Nel ’78 se ne va, stroncato da un inesorabile male, anche Cesare Levis, che aveva legato il suo nome ad alcune delle più belle imprese del gruppo e ad una notevole attività in tutte le Dolomiti.
Nel 1979, nel Gruppo dei Monti del Sole, Diego Dalla Rosa, insieme a A. Aminta realizza una nuova via sulla parete Ovest della Torre del Monte Alto (28.09.1979, m 300, da IV a V+), sulla parete Nord della Peralora (29.09.1979 m 320 dal III al V) e la salita dello spigolo Nord del Pilastro Nord della Torre dei Feruch, itinerario stupendo di 700 m , con difficoltà dal IV al V su roccia solida, che supera direttamente l’affilato spigolo settentrionale del grande pilastro della Torre.
Sempre nel 1979 Manolo, insieme ad Aurelio De Pellegrini realizza alcune vie sulle pareti delle cime del Pop nel gruppo della Marmolada (4 ); insieme a Piero Valmassoi, apre una nuova via sulla punta che si eleva tra la cima Pradidali e il Campanile Giovanna, proponendo il toponimo dedicato a Cesare Levis (m 275, VI e A2); ancora con P. Valmassoi apre una via di 360 m , con difficoltà continue tra il V e il VI, sulla parete Sud della Lasta del Sol (Gruppo del Cimerlo). Nello stesso periodo Manolo comincerà la frequentazione della parete del Totoga aprendovi le prime vie di estrema difficoltà (via Lucertola Schizofrenica m 200 – VII; Via Amodites, m 140-VI+) Nel 1 980, per limitarci alle imprese di maggior rilievo, Dalla Rosa e Manolo tracciano una nuova via diretta, a destra della via Franceschi™ sulla parete Nord della Torre Dresda (gruppo delle Pale della Val Canali) lungo l’evidente diedro, con difficoltà continue tra il IV e il VI di 250 m su roccia ottima (49).
Sempre nell’80 D. Dalla Rosa con Castellaz realizza una nuova via sullo spigolo Nord Ovest della Cima del Bus del Diaol (m 280, III, IV, V – 26.08.80) e, insieme a A. Aminta, traccerà un originalissimo itinerario sulla parete Sud del Vomere (singolare parete levigata immediatamente a Nord del bivacco Feltre) denominata fessura dei “Worries” (1 20 m dal IV al VI) (50). Manolo insieme a Gianni Bordin apre una via di 200 m con difficoltà di V+ sulla parete Ovest dello Spallone Innominato (Via del Tarlo Vindicoso); con Piero Valmassoi apre la via Crisalide al Pilastro Edwige della Cima Canali (450 m V+); in solitària sale la parete Sud Ovest della Figlia della Canali (250 m V) e la via Cancro sul Cammello (m 150 – V+); sempre nell’estate ’80, insieme a P. Valmassoi, Manolo compie uno dei suoi capolavori: la via “Supermatita” alla parete Est del Sass Maor (m 1.200 VI+ continuo), considerata ancora oggi una delle più belle ed impegnative vie di tutte le Dolomiti.
E dell’inverno 1980 anche uno dei capolavori di Diego Dalla Rosa: la discesa con gli sci della Cima Ovest del Sass de Mura per il canalone Sud (60°), impresa che corona una intensa attività sci alpinistica svolta in questi anni da Diego nelle Dolomiti feltrine e fuori, che meriterebbe una specifica ricerca (51). L’iniziativa dei più intraprendenti componenti del gruppo si spinge anche nei nuovissimi e, per certi aspetti, insoliti ambienti ove si va affermando e sviluppando l’arrampicata libera in Italia. Tra il 1979 ed il 1981 Manolo e Dalla Rosa di volta in volta accompagnati da Attilio Aminta, Piero Bellumat ed altri occasionali amici e amiche aprono numerose vie sulle ancora inesplorate pareti del Golfo di Gaeta e nelle più diverse scogliere delle coste della Sardegna, realizzando itinerari ormai divenuti classici dell’arrampicata sportiva moderna (52 ).
Negli anni successivi Diego dedicherà la propria attività alpinistica al Sud America realizzando alcune prime nella catena delle Ande dove si impegnerà in una vasta attività di esplorazione; Manolo spiccherà il volo per le imprese che tutti conosciamo e che lo hanno portato ai vertici dell’arrampicata moderna.