II 19.7.1989 effettuano la prima ripetizione della via Zanolla-Dalla Rosa-Vettoretto-Faccchin alla parete Est del Sasso delle Undici (Cimonega); il 05.08.1989 realizzano la prima ripetizione della via dei Finanzieri (Daniele Ruggeri-Giacomo Corona-Paolo Loss) alla parete Nord Est del Sasso Largo (Cimonega); il 06.08.1989 tracciano un nuovo impegnativo itinerario sulla parete Est del Sasso delle Undici (m 380 IV, V, VI-); il 14 e 15 agosto 1989 realizzano la salita diretta centrate della parete Sud ovest della Cima di Val Scura (400 m V, VI, VII e A4), risolvendo il problema più impegnativo dell’intera parete con un itinerario considerato tra i più difficili, sotto il profilo tecnico, dell’intero gruppo.
Non poteva mancare, in questo quadro, un confronto con la grande ed impressionante parete Nord Est del Pizzocco ove si sono cimentati, negli anni trascorsi, alcuni tra i più forti alpinisti italiani e stranieri. Il 19 e 20 agosto 1989 De Paoli e De Zordi in 15 h. di arrampicata effettiva, effettuano la prima ripetizione della via degli Svizzeri, aperta da H. Weber e A. Schelbert nel luglio del 1959, dopo che si erano resi protagonisti della eccezionale impresa sulla parete Nord della cima Ovest di Lavaredo. Il 16.09.1989, infine, R. Calabretto, A. Zanin, A. De Zordi e D. Maoret realizzano una interessante e logica variante iniziale alla via De Gasperi-Andretta alla parete Nord del Piz de Sagron (m 350 IV+), mentre il successivo 23 settembre A. De Zerdi, A. Zanin e D. Maoret aprono una nuova via diretta alla parete Ovest del Piz de Sagron (500 m , IV e V) dedicandola alla memoria del carissimo amico Paolino D’Alberto ancor giovanissimo, ma già forte e appassionato arrampicatore, stroncato l’anno prima da un’improvvisa malattia.
Continua così e si rinnova con le più giovani generazioni quella tradizione alpinistica coltivata e cresciuta in ventanni di storia del gruppo rocciatori feltrini. Riccardo Cassin, che ci ha onorato della sua presenza, alla celebrazione del nostro ventennale, ebbe a dire che nella continuità di questa tradizione, nell’attività delle scuole di alpinismo, nel volontariato del soccorso alpino e nella continua e tenace esplorazione e insieme gelosa difesa delle proprie montagne, si compendia un modo autentico di essere alpinisti oggi, di essere uomini amanti delle montagne, di essere amici. Così è stata la storia del gruppo e di ciò vanno orgogliosi i suoi componenti.